Da guariti a guaritori – Terapia col plasma: cercasi volontari
Di seguito, è riportata una sintesi informativa sulla sieroterapia e sulle possibili applicazioni/derivazioni nella cura del Covid-19, redatta dal Direttore Sanitario Avis del Trentino dott.ssa Danila Bassetti.
"Il ruolo fondamentale dei donatori di sangue e delle loro associazioni si conferma anche in questi giorni di pandemia COVID-19, non solo in quanto fonte degli emocomponenti, insostituibili presidi sanitari, ma anche come matrice di possibilità terapeutica specifica derivante dalla somministrazione di plasma iperimmune, derivato da donatori guariti dall’infezione. Infatti il plasma può costituire una risposta specifica verso batteri e virus quando sia raccolto da donatori venuti a contatto con gli stessi e che abbiano sviluppato anticorpi neutralizzanti i patogeni medesimi. Su questi principi si basa la sieroterapia utilizzante plasma e siero iperimmune per la cura di specifiche infezioni ed anche nell’attuale pandemia di COVID-19 essa rappresenta un’arma d’emergenza specifica in attesa di protocolli terapeutici consolidati e del vaccino per il nuovo Coronavirus. La terapia legata all’uso del plasma da convalescenti/guariti è attualmente oggetto di ricerche cliniche e di attenzione mediatica quale risposta nel breve e medio termine per arginare l’impatto del Coronavirus. In realtà non si tratta di un nuovo approccio terapeutico: dopo i buoni risultati sulla difterite ottenuti dal dott. Behring, premio Nobel 1901, la prima importante applicazione sull’uomo avvenne durante l’epidemia di “Spagnola” nel 1918, la più grande pandemia della storia, che ha coinvolto il 30% della popolazione mondiale e causato ben 60-100 milioni di decessi (per confronto si precisa che la Prima Guerra Mondiale determinò 18 milioni di morti, la Seconda 60 milioni).
Le immunoglobluline sono state poi usate per la scarlattina, il morbillo, la pertosse, fino ai recenti utilizzi per la SARS, MERS, influenza aviaria H1N1, H5N1 ed Ebola, quale valido metodo di cura approvato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità per il contenimento dell’infezione.
Con tali presupposti storici vanno inquadrati i diversi protocolli di sperimentazione sull’uso di plasma iperimmune anche nella COVID-19, quale arma emergenziale in mancanza di farmaci efficaci e di vaccini. Oggi la terapia è sperimentata in oltre dieci Paesi nel mondo, tra cui l’Italia con l’esperienza pilota della Lombardia negli ospedali “San Matteo” di Pavia e “Carlo Poma” di Mantova. Il reclutamento di donatori AVIS guariti dall’infezione COVID-19 ha consentito la raccolta del plasma richiesto, successivamente analizzato per qualità e sicurezza con la verifica della presenza degli anticorpi neutralizzanti il virus SARS-CoV-2 e successiva inattivazione virale. Non tutti i donatori guariti risultano idonei allo scopo o per basso numero di anticorpi o per qualità generale, tant’è che solo il 15-20% di essi può contribuire efficacemente alla lotta contro il COVID-19. Il protocollo di Pavia, ripreso anche dal Blood Alliance in Europa, prevede l’infusione di plasma iperimmune in pazienti in fase critica da distress respiratorio, intubati o ventilati meccanicamente, cercando di intervenire in fase precoce. I risultati preliminari sono incoraggianti e di stimolo per proseguire fiduciosi nello studio, in attesa di conoscere i dati ufficiali.
Altre prospettive future sono lo sviluppo di tecnologie in grado di estrarre le immunoglobluline specifiche per una loro somministrazione mirata al fine di evitare al paziente possibili sovraccarichi di volumi infusori da plasma intero e la produzione di immunoglobluline specifiche di derivazione industriale. Tutto quanto sopra esposto presuppone la disponibilità in quantità congrua di plasma, derivante in Italia, caso unico al mondo, da un atto di donazione quale gesto etico, volontario, gratuito, anonimo, organizzato e sicuro.
La raccolta del plasma diviene quindi un fattore decisivo per affrontare nuove sfide sanitarie, come quella che stiamo vivendo. Occorre sensibilizzare maggiormente alla plasmaferesi per poter raggiungere l’autosufficienza anche per i prodotti plasmaderivati, provenienti attualmente per il 30% dall’Estero, soprattutto dagli USA, dove la raccolta non è gratuita e garantita da un’associazione. Conseguentemente, di fronte a eventi pandemici o comunque per altre dinamiche commerciali su scala mondiale, in Italia potremmo correre il rischio di carenze critiche nel loro approvvigionamento. Spesso i donatori considerano la donazione del plasma meno importante di quella del sangue intero: bisogna ribadire che non esistono donazioni di serie A e di serie B. Donare il plasma è fondamentale quanto donare il sangue e, come asserisce il Presidente di AVIS nazionale, dott. Gianpietro Briola, “Se ogni centro trasfusionale facesse anche 1 sola plasmaferesi in più al giorno, nel giro di 1 anno raggiungeremmo l’autosufficienza!”.
Anche in Trentino parecchi donatori guariti dal COVID-19 manifestano la loro intenzione di donare il plasma: al momento Avis del Trentino sta raccogliendo i nominativi per poter al bisogno contribuire a questo approccio terapeutico. Proprio ieri sera il Direttore Generale di APSS, dott. Paolo Bordon, ha annunciato che anche da noi si procederà alla raccolta e lavorazione del plasma con finalità anti COVID-19 ed altri precisi utilizzi.
Invitiamo pertanto quanti hanno superato l’infezione COVID-19 a mettersi a disposizione per la raccolta del plasma e contribuire così efficacemente a contrastare l’azione del virus contattando Avis (tel. 0461 916173 - 0461 329919 - E-mail: [email protected]) o la Banca del Sangue.
In Trentino stanno iniziando indagini sieroepidemiologiche, che con test di laboratorio sul sangue per il dosaggio di anticorpi specifici verso il SARS-CoV2, dovrebbero definire l’effettiva prevalenza dell’infezione, portando cioè alla luce anche le infezioni pregresse decorse in modo asintomatico. Tale test non è inserito nel pannello di controllo previsto per i donatori di sangue, poiché non c’è evidenza scientifica che il virus si possa trasmettere con il sangue; esso verrà eseguito nei donatori guariti dal COVID-19 resisi disponibili alla specifica donazione di plasma iperimmune."
Punti prelievo AVIS del Trentino
Arco
Unità di Raccolta c/o Ospedale Arco Via Capitelli 48 - Martedì e giovedì dalle 7.15 alle 9.30 su appuntamento
Borgo Valsugana
Unità di Raccololta c/o Ospedale S.Lorenzo, Corso Vicenza, 9 - 1° e 3° lunedì del mese e tutti i mercoledì dalle 7.20 alle 10.00 su appuntamento
Cles
Unità di Raccolta c/o Ospedale, Viale Alcide De Gasperi, 31 - Lunedì e Giovedì dalle 7.30 alle 09.30 su appuntamento
Mezzolombardo
Ospedale S. Giovanni, Via Alpini 7 - Lunedì e Martedì dalle 7.15 alle 9.00 su appuntamento
Pergine Valsugana
Distretto Sanitario Via S.Pietro 2 - Martedì e venerdì dalle 7.20 alle 10.20 su appuntamento
Rovereto
Centro Trasfusionale c/o Ospedale S. Maria del Carmine, Corso Verona 4 - Dal lunedì al venerdì dalle 8.00 alle 9.40 su appuntamento
Tione
Unità di Raccolta c/o Ospedale - Via Ospedale, 11 - Mercoledì e venerdì dalle 6.30 alle 10.00 su appuntamento
Trento
Banca del Sangue, Via Malta 8 - Lunedì al Venerdì dalle 7.30 alle 10.00 su appuntamento